È noto che in età adolescenziale i ragazzi vogliano più libertà, questo li porta a fare la patente AM per il così detto “cinquantino” o addirittura quella A1 per guidare il “125”. Ma quanto sono attenti i nostri giovani mentre sono alla guida? Quanto sono al sicuro in strada insieme ad adulti potenzialmente distratti e maldestri?
È normale che un genitore prima di permettere ai figli di prendersi la patente si ponga queste domande, visti i continui incidenti, infatti nel 2023 ci sono stati 166.525 incidenti in Italia e circa 3.000 morti. Ma quanti di questi hanno coinvolto i nostri ragazzi? Nell’ultimo mese ci sono stati parecchi incidenti che hanno “fatto rumore”. Uno di questi è l’incidente avvenuto in via Stazione a Ponte San Marco, che ha coinvolto il 17enne Sebastiano Diego Socci. Sebastiano, grande appassionato di veicoli a due ruote, era in sella alla sua carissima moto al momento dello scontro con una vettura che lo ha fatto cadere e finire sull’asfalto, il resto della storia purtroppo è molto triste. Un altro incidente più vicino a noi ha coinvolto un quattordicenne a Castiglione delle Stiviere in via Mazzolari: un’auto guidata da un ottantaquattrenne che si è scontrata con il giovane giocatore delle giovanili di Castiglione. Il ragazzo è stato trasportato in ospedale senza gravi traumi, mentre l’ottantaquattrenne è risultato illeso.
Gli incidenti tra i giovani sono purtroppo frequenti, questo vuol dire che non bisogna permettere ai nostri giovani di prendere la patente? Entrambi i casi riportati in questo articolo parlano di due incidenti moto-auto, questo può farci ragionare sul fatto che se ci fossero solo auto o solo moto, solo guidatori esperti o solo guidatori principianti gli incidenti accadrebbero lo stesso, in quanto nemmeno l’esperienza alla guida protegge totalmente dalla possibilità di incidenti. La libertà ai giovani va data, se questa implica una patente, perché vietarla? Il mondo nasconde insidie in ogni dove, ma non per questo dovremmo chiudere i nostri ragazzi in casa. Spero che questo articolo possa aver reso più consapevoli i nostri giovani, rassicurato gli adulti e portato il ricordo di Sebastiano, un mito che l’Aggiornatorio ha scelto di raccontare.

Theo Sideri